I figli dello Zar Nicola II scampati alla fucilazione
Il 17 luglio 1918, ad Ekaterinburg, per ordine di Lenin, i soldati dell’Armata Rossa fucilarono, secondo quanto affermano gli storici, lo zar Nicola II e la sua intera famiglia. Nel 1991, riportati alla luce degli scheletri, iniziò la loro identificazione. Grazie a studi genetici comparativi, è stato possibile riconoscere i resti dello Zar, della Zarina e di tre dei loro cinque figli. “Le ossa rinvenute nel 1991 in una fossa comune ad Ekaterinburg appartengono realmente all’ultimo zar di Russia Nikolai II” spiega l’equipe russo-americana.” I test del DNA condotti da studiosi nel corso di 3 mesi confermano la tesi. Non ha ancora trovato spiegazione, però, il nodo intorno alla figlia di Nicola II Anastasia, per quanto riguarda la quale si sostiene l’ipotesi che possa essere rimasta in vita. L’équipe britannica ha annunciato nel 1993 che le sue ossa non figurano tra quelle dei 9 membri della famiglia reale fucilati nel 1918.
Il 31 luglio 1995 un Interfax da Mosca comunicava:“Le ossa riesumate risultano essere quelle della famiglia reale russa. Gli studiosi russi non hanno dubbi sul fatto che gli scheletri riesumati vicino ad Ekaterinburg siano quelli di 5 componenti della famiglia imperiale russa. Le ossa sono quelle dell’ultimo zar di Russia Nikolaĭ II, di sua moglie Aleksandra e delle loro figlie Olga, Tatiana e Anastasia, uccisi ad Ekaterinburg nel 1918. Questo ha affermato Vladimir Solobǎov, medico legale presso “Glavna Procuratura”- Procuratura Generale - , che si occupa della causa dello studio dell’uccisione dei Romanof. Insieme ai Romanof sono stati uccisi il medico di famiglia, il cuoco, un lacchè e una cameriera. Mancano gli scheletri di due figli di Nikolai II, Alekseǐ e Maria”.
Maria o Anastasia? Anche se rimane ancora il dubbio circa l’identità della figlia scampata al massacro, un’inchiesta giornalistica condotta in Bulgaria e basata su numerose prove, comprese le testimonianze di persone che conobbero i protagonisti della vicenda e fotografie dell’epoca, avrebbe accertato che Aleksej e Anastasia (o Maria?) scamparono alla morte in quanto sostituiti, prima dello sterminio della loro famiglia, da due sosia. Anastasia era nata nel 1901, Alekseĭ nel 1904. In base ai dati dei registri comunali e parrocchiali e ai ricordi degli abitanti anziani del villaggio bulgaro di Gabarevo, Anastasia (o Maria?) e Aleksej avrebbero vissuto e quindi concluso la loro vita in questa località della regione di Kazanlăk.
Nel 1922 o nel 1924 era giunto in Bulgaria, forse provenendo dalla Turchia, indossando cappotti militari delle Guardie bianche, un gruppo di persone tra le quali il sedicente dottor Piotr Aleksandrovich Alekseev, più anziano degli altri; una giovane donna che si faceva chiamare Eleonora Albertova Kriuger e un giovane, Gheorghiĭ Pavlovich Zhudin. Nella popolazione locale suscitò una strana impressione la loro convivenza e il fatto che sembrassero nascondere segreti relativi al loro passato, al periodo – cioè – precedente il loro arrivo nel villaggio. I due giovani avevano aspetto,comportamento,cultura,abitudini che li poneva molto al di sopra delle comuni classi sociali. Sbalorditive alcune confidenze sfuggite dalle loro labbra in alcune occasioni.
I racconti della gente locale sono suffragati anche dalla testimonianza di Petăr Hristov Petrov in una lettera pubblicata nel luglio 1995 sul giornale “Dnes” (lett. “Oggi”). Questi narra che nel 1953, sedicenne, studente presso il ginnasio di Kavarna, era ricoverato nel reparto chirurgia dell’ospedale regionale di Balchik (costa nord- orientale della Bulgaria). Nella stanza d’ospedale si trovava anche un malato anziano – Zamjatnik - una guardia bianca russa che una sera, chiamando a sé il giovane Petrov, gli raccontò una storia, rivelando come quella fosse la prima volta che svelava un segreto a qualcuno, convinto che non sarebbe uscito vivo dall’ospedale. Impiegato nello squadrone della cavalleria addetta alla sicurezza della famiglia dello Zar, fu convocato nel 1918 dallo Zar in persona e incaricato di fuggire con due dei suoi figli. Travestiti, raggiunsero Odessa (con Zamjatnik si trovava anche la propria sorella minore che, indossando cinture in cui nascondeva soldi e oro, preferì scendere a Belgrado). Tempo dopo, nel tentativo di raggiungere in Serbia la sorella, Zamjatnik e i principi transitarono in Bulgaria, dove furono costretti a restare non riuscendo a varcare la frontiera con la Serbia. A Sofia, dove Zamjatnik cercò aiuto medico per il principe, ne incontrò uno che gli propose di andare a Kazanlăk e di restarvi.
Eleonora è morta il 20 luglio 1954, mentre Gheorghiĭ risulta morto di tubercolosi (ma forse di emofilia) nel dicembre 1930. Entrambi sono stati seppelliti nel vecchio cimitero di Gabarevo, attualmente trasformato in parco.
Nessun commento:
Posta un commento